“Drake Hill Climb” non è il nome di un nuovo fumetto, ma il nome dell’evento di apertura della stagione 2019, un evento che aspettavo da tempo, per la precisione da settembre, quando al ritorno dal Tuscany Grand Tour, parlando con Mattia, abbiamo pensato che non sarebbe stato male fare un evento sulla strada dove esattamente 100 anni fa Enzo Ferrari correva la sua prima gara. Quale strada? Il passo della Cisa!
Già i giorni antecedenti l’evento la tensione e la voglia di guidare era molto sentita sia tra organizzatori e partecipanti e dopo una notte agitata il 17 marzo mi sono svegliata super carica, manco avessi bevuto un litro di caffè! Pieno di benzina alla macchina e via, son partita per Varano de Melegari dove ho rivisto buona parte della mia famiglia Special Stages!
Il ritrovo è stato alla Dallara Academy, dove si può vivere la storia di un marchio italiano importante e famoso in tutto il mondo. Vi do un consiglio prezioso, fate come noi e prendete una guida, potrà soddisfare tutte le vostre curiosità, inoltre vi farà apprezzare la storia non solo di una casa produttrice, ma di una persona e di un paese.
Dopo essermi innamorata un po’ di questo luogo e delle aule universitarie presenti all’interno era ora di partire per la parte più divertente della giornata: i passi!
Da Varano in pochi km sono arrivata a Fornovo di Taro, dove inizia il tratto riasfaltato da poco del Passo della Cisa, una goduria! Ci sono tutte le curve desiderabili da un appassionato e tutte contornate da un paesaggio veramente bello, inoltre il meteo, che non era decisamente dalla nostra sembrava graziarci con uno splendido sole. Per ora…
All’incirca a metà della salita ho fatto una sosta per poter fotografare i partecipanti; nell’attesa ho scoperto che il passo della Cisa oltre ad essere un richiamo fortissimo per motociclisti e automobilisti è anche un luogo di interesse per gli appassionati di trekking, difatti si va a percorrere quella che è la via Francigena che dalla Cisa arriva fino a Pontremoli.
Passati tutti i partecipanti, riprendo la marcia e riesco a raggrupparmi insieme ad alcuni partecipanti che si erano fermati per una breve sosta, una fortuna! Almeno mi sono potuta divertire un po’ anche io e non farmi il passo in solitaria. Il meteo però, a poche curve dalla sosta in cima al passo, ha iniziato a fare i capricci e da una curva all’altra mi sono ritrovata sotto le ruote un asfalto freddo e viscido. Fortuna che la sosta a 1041 m di quota era vicina, anche se non ho gioito particolarmente a scendere dalla macchina ed essermi ritrovata in balia di un vento a dir poco gelido. Va beh, poco importa, era ora di pranzo ed entrata al bar Cisa non vedevo l’ora di fare due parole con i partecipanti, che sono stati parecchio felici di questa prima parte del tour, come biasimarli! Ma tra una chiacchiera e l’altra il tempo scorre veloce ed era giunto il momento per me di ripartire verso il mio secondo ed ultimo punto fotografico. Salita in macchina inizio a percorrere i 17 km sul versante toscano del passo, in condizioni ben peggiori, che mi separano da Mignegno, dove ho svoltato verso il passo del Brattello.

Un passo veramente carino nonostante le dimensioni ridotte, dove comunque sono riuscita a divertirmi! Ma finito il passo inizia il mio incubo peggiore: dopo Borgo Val di Taro, paese che sembra uscito da una vecchia favola, ho proseguito verso Bardi e ho iniziato il passo Santa Donna. Santa donna son stata io a sopportare le condizioni di quel passo senza avere una crisi nervosa: buche ovunque, sassi in mezzo alla strada, asfalto sconnesso. Ci mancava solo una mandria di mucche, che fortunatamente non è arrivata. Però il mio punto fotografico era proprio su questo passo e, per nulla contenta, ho dovuto aspettare i partecipanti per circa un’ora con un freddo incredibile, dato che il vento non ha smesso di perseguitarmi.
Dopo il passaggio dei partecipanti ho percorso gli ultimi 20 km circa con il riscaldamento a manetta e la voglia di vivere di un bradipo, ma arrivata a Bardi ho visto la luce: il parcheggio di piazza Martiri d’Ungheria.
Non ho mai desiderato tanto parcheggiare l’auto e andarmi a scaldare e sgranchirmi le gambe ad un bar.

Prima di ripartire verso casa però mi son goduta un panorama incredibile ad un parcheggio panoramico con vista sulla vallata e sull’imponente castello di Bardi (aperto al pubblico da marzo a dicembre) e si, vi consiglio di vederlo dal vivo perché è uno spettacolo unico.
Ps. Non contenta per arrivare a Piacenza mi son ritrovata su una strada che a confronto il Santa Donna era un’autostrada. Lascio a voi i commenti!
Voto al tour? 7.5, non lo reputo tra i migliori che ho fatto fino ad oggi, se magari riasfaltassero le strade potrei arrivare ad un 8. Ma consiglio vivamente a tutti un giro alla Dallara Academy e al Castello di Bardi, aumentiamo la cultura ogni tanto anziché pensare solo a schiacciare a fondo il piede sull’acceleratore, male non fa!
Prossimo tour? Valli Lombarde, si torna a casa, come ogni anno tappa irrinunciabile ma sempre diversa, perché si, abbiamo dei passi davvero meravigliosi anche tra Brescia e Bergamo!
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Continuate a seguirmi e a viaggiare con me.
#RedBananaTravel
#DriveClimbFun
Io non riuscirei a trattenermi dal bestemmiare prendendo tutte quelle buche e la strada in quelle condizioni, in moto sarebbe stato anche peggio.
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