Molti di voi mi conoscono da tempo e hanno iniziato a capire che non ho esattamente tutti i neuroni connessi nel modo corretto.
Per chi di voi invece non mi conoscesse beh… Lo capirete ben presto!
Oggi vi racconterò del mio ritorno su uno dei miei passi bergamaschi preferiti, buona lettura!

30 dicembre 2017, un pomeriggio/nottata di follia.
Parto da Brescia verso le 16, destinazione? San Pellegrino Terme (BG), un paese famoso per le terme direte voi, ovviamente, ma non solo: è famoso anche per il Casinò, una maestosa struttura in stile liberty che si specchia nel fiume Brembo, che rimase in funzione per 13 anni ed ora viene aperta al pubblico solamente in occasione di mostre ed eventi anche perché è in fase di restauro.
Mi concedo un po’ di tempo per un aperitivo da Bigio, che vi consiglio vivamente soprattutto data l’ampia varietà di drink (gli analcolici sono fantastici) e vini che propongono.
Dopo un po’ di meritato relax inizio la vera e propria avventura tra le valli bergamasche. Un’avventura che molto probabilmente non sarebbe stata altrettanto emozionante se non mi fossi persa. Solitamente nei miei tour in solitaria seguo un roadbook che mi preparo prima di partire, ma l’improvvisata di fine anno non poteva mancare e questo è il risultato.
Passo Zambla era un percorso che mi piaceva particolarmente da fare in moto, ma erano oltre 3 anni che non percorrevo queste strade.
Da San Pellegrino Terme proseguo lungo Via Bernardo Tasso fino al primo ponte che attraversa il Brembo, a quel punto svolto a destra , seguo le indicazioni per Antea e imbocco la SP26, una strada tortuosa relativamente stretta ma con un asfalto dall’ottima tenuta. Da lì a poco attreverso i paesi di Molini e Gromasera. Usciti da Gromasera, a circa 800 metri mi sono trovata dinnanzi a una rotonda, il mio fatidico errore. Ho svoltato a sinistra dopo aver letto il cartello “pineta”; datemi tutti i torti ma Zambla me la ricordavo circondata da boschi e pinete!
Mi accorgo dell’errore dopo 10 km in cui continuavo a non trovare nulla che indicasse “Oltre il Colle” o “Zambla”.
Ma devo dire che questo errore è valso il tempo diciamo perso e il “panico” che ho provato. Ho accostato e sono scesa dalla macchina per poter ammirare un panorama mozzafiato: neve ovunque grazie al maltempo dei giorni precedenti, montagne simili a dei pandori all’orizzonte e un cielo stellato che mi ha lasciata senza parole.
Il bello dell’essere lontani dall’urbanizzazione è anche questo, non aver bisogno di lampioni per illuminare la strada grazie alle stelle che facevano brillare la neve di una luce quasi “magica”, una magia che per me è stata quella magia natalizia che non ero riuscita a percepire durante le feste.
Decido di tornare indietro fino alla fatidica rotonda, a quel punto proseguo verso il centro di Dossena, seguo poi la SP26 fino a una biforcazione che la tramuta in SP27 e finalmente arrivo in Valpiana. Ad Oltre il Colle inizia il vero spettacolo: neve ovunque, bambini e ragazzi che si girano appena mi sentono arrivare. Ma non voglio fermare il mio mini-tour, l’obbiettivo è uno: Zambla Alta.
Attraverso boschi ricoperti di neve e dopo pochi km arrivo alla mia meta. Parcheggio, osservo stupefatta il paesaggio e successivamente mi dirigo “Al Trapper” dove, alle 23, mi preparano un’ottima cioccolata calda, perfetta per scaldarmi un po’ dopo il vento freddo che mi ha perseguitata ogni volta che scendevo dalla macchina.
Vi do un altro consiglio: se avete del tempo quando arrivate a Zambla Alta seguite le indicazioni per Plassa, passato il paese vi sarà una strada stretta e leggermente in pendenza, alla fine della quale troverete un parcheggio. Da lì proseguite a piedi fino alla Cattedrale Vegetale, una cattedrale fuori dagli schemi costituita solamente da tronchi e rami. Un luogo non di culto ma bensì un luogo dove ammirare ciò che vi circonda e, perché no, un luogo dove ritrovare voi stessi.
Tornando al mio percorso decido ormai di riprendere la via di casa, perciò proseguo lungo la SP46 che mi porta ad attraversare diversi paesini fino ad arrivare ad un incrocio di fronte al fiume Serio. Da lì in poi proseguo seguendo per l’autostrada, segnando la fine di questa magica serata in solitaria.
Durante questo 2018 vorrei proporvi altri articoli su alcuni degli altri passi bergamaschi poiché meritano veramente.
Il mio prossimo viaggio? Roma, alla scoperta di alcune delle sue meraviglie e della mostra di Hokusai, un artista che ha segnato il paese natale della mia amata auto: il Giappone. Mi piacerebbe raccontarvi di questo viaggio anche se andrò leggermente OT poiché non lo farò a bordo di Valentine (per chi non lo sapesse è il nome della mia Crx del Sol).
Il mio prossimo articolo? Vedrò se raccontarvi la mia esperienza a Roma o del tour allo Stelvio che ho fatto a settembre 2017 con i ragazzi degli Special Stages!
Rimanete connessi per scoprirlo!
#RedBananaTravel
#DriveClimbFun
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